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SALA BAGANZA (PR)
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QUALCHE ANNEDOTO
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La Rocca di Sala Baganza, adagiata sulle prime colline dell'Appennino, presso il torrente Baganza, ebbe un ruolo di primaria importanza nel sistema difensivo dei castelli parmensi, anche se fu concepita principalmente come dimora signorile che come fortilizio.
La rocca domina la piazza del paese, è appartenuta alla famiglia Sanvitale dal XIII secolo all'inizio del '600, quando passò ai Farnese. Dal 1676 servì come luogo di villeggiatura per gli ospiti del Collegio dei Nobili di Parma, andando verso un lento degrado.
La Rocca conobbe un nuovo periodo di splendore con Maria Amalia d’Asburgo che, amante della caccia, ne fece la sua dimora abituale.
Con l’avvento di Napoleone nel 1804 la Rocca entrò a far parte del pubblico demanio da assegnarsi ai benemeriti delle campagne napoleoniche e assegnata al tenente piemontese Michele Varron, il quale però, ritenendola troppo grande e sfarzosa, fece abbattere tre lati, mantenendo solo il lato nord prospiciente alla piazza con la cappella costruita da Ferdinando di Borbone e le scuderie.
Il primo piano della Rocca conserva una serie di affreschi della scuola emiliana del tardo cinquecento, a partire dalla Sala delle Capriate, sala espositiva, dove si intravedono lacerti di affreschi raffiguranti architetture, animali e scene mitologiche. Ma numerose sono le Sale che custodiscono importanti opere:
Il Gabinetto del Busti, studiolo dove si affacciano dalla volta decorata su sfondo rosato, ricercate grottesche che arricchiscono il grande decoro ovale centrale contornato da fiori e frutti e sottolineato da misteriose figure alate.
La Sala dell’Eneide, dove ha inizio il ciclo pittorico voluto da Giberto IV Sanvitale, di cui compare lo stemma singolo e in coppia con quello della prima moglie Livia da Barbiano di Belgioioso e la rappresentazione dell’Eneide; l’opera è attribuita a Ercole Procaccini, raffinato studioso, nelle cui opere si trovano elementi di cultura raffaellesca e michelangiolescha.
Il Camerino del Baglione, che prende il nome dell’autore delle decorazioni Cesare Baglione, dove sono rappresentate allegorie delle stagioni, scene di caccia ed episodi di battaglia in paesaggi fantastici.
La Sala D’Ercole, una sorta di anticamera degli appartamenti privati, commissionata sempre da Giberto IV in occasione delle sue nozze a Orazio Samacchini, ritrae nell’ovale centrale Giove con colonne e paesaggi ellenistici.
Le sale della Fama e il Gabinetto dei Cesari divenute attraverso un intervento settecentesco la Cappella Palatina. Questa attribuita a Bernardino Campi rappresenta un sublime intreccio floreale con putti e fiori che circondano un angelo con la tromba simbolo della Fama e Roma Aeterna con i nove imperatori; oggi le due sale divenuta una con l’abbattimento di una parete voluta dal Farnese sono rilette attraverso simboli cristiani.
Le otto sale dell’appartamento Ducale sono opera di Sebastiano Galeotti in un rococò di colori limpidi si susseguono con varie composizioni allegoriche che culminano nella Sala dell’Apoteosi che rappresenta la casata farnesiana tra gli dei dell’Olimpo.
La Rocca domina il Giardino Farnesiano, voluto da Antonio Farnese, si estende su tre ettari sul lato di levante. Nel corso dei secoli ha subito numerosi cambiamenti da pertinenza della Rocca a Orto per il complesso residenziale della “cortaccia” antica corte rustica residenziale annessa alla Rocca. Esempio di “orto/giardino” in cui le piante da frutto, le verdure e gli ortaggi, disposti secondo un preciso disegno decorativo, venivano coltivati sia per abbellire lo spazio, sia per l’utilizzo in cucina, oggi grazie ad un attento restauro avvenuto nel 2009 rivive i suoi antichi splendori.
Fonte: comune.sala-baganza.pr.it