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VIGOLENO (PC)
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QUALCHE ANNEDOTO
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Un Castello e un Borgo Medioevale
Il Borgo di Vigoleno, si impone per l’eleganza delle sue forme e per l’integrità del sistema difensivo.
Certificato fra i Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, Vigoleno costituisce un esempio perfetto della logica abitativa del medioevo.
Sulle imponenti mura merlate, percorse in parte da un panoramico camminamento di ronda, spicca la mole del mastio (con quattro piani di visita).
Dalla piazza principale, dove si trova la fontana cinquecentesca, andando verso est si raggiunge la chiesa romanica di San Giorgio, della seconda metà del XII secolo.
Vigoleno è una frazione del comune di Vernasca, in provincia di Piacenza. Collocata sul crinale di un rilievo di non elevata altezza gode di un ampio panorama sulle vallate e colline circostanti.
Il Borgo di Vigoleno si impone per l’integrità del sistema difensivo, esempio perfetto della logica abitativa del medioevo.
Imponenti le mura merlate, percorse in parte da un panoramico camminamento di ronda: spicca la mole del mastio quadrangolare dotato di feritoie, beccatelli e merli ghibellini, con quattro piani di visita. In piazza potete ammirare la fontana cinquecentesca e nel borgo la chiesa romanica di San Giorgio.
Come si viveva, dunque, nel Medioevo?
Lo scoprirete camminando nel borgo di Vigoleno, in provincia di Piacenza, visitando il mastio e il Castello che la Duchessa Maria Ruspoli de Gramont trasformò dal 1921 al 1935, in uno straordinario salotto culturale, ospitando personaggi di cultura e alta società del Novecento come Gabriele D’Annunzio e Max Ernst. L’antico borgo, giunto intatto fino ai nostri giorni, era un feudo della famiglia Scotti e conserva la cinta muraria, l’alto mastio, il camminamento di ronda e la cisterna/ghiacciaia. L’unico accesso al borgo è preceduto da un ampio “rivellino” (uno dei pochi rimasti nei giorni d’oggi).
Il Castello di Vigoleno, il Mastio e il Camminamento di ronda
La sua fondazione risale al X secolo ma la prima data documentata è il 1141 quando era avamposto, sulla strada per Parma, del Comune di Piacenza. Il possesso passò per molte mani, principalmente fu della famiglia Scotti, vide i Pallavicino, [Piccinino], Farnese, e venne più volte distrutto e ricostruito. La storia di Vigoleno è intimamente legata a quella degli Scotti. Essi ne fecero il punto di forza della loro indiscussa autorità politica. in particolare Alberto Scoto, tra i maggiori esponenti del raggruppamento guelfo, lo fortificò nel 1306. Nel gennaio del 1373 il castello fu espugnato dalle truppe pontifice del cardinal legato di Bologna, ma in aprile tornò ai viscontei, grazie a una mossa ingannevole. Dopo aver preso possesso della fortezza, gli uomini di parte pontificia inviarono staffette al presidio di Castel San Giovanni per chiedere rinforzi. I messi caddero, però, nelle mani del ghibellino Giovanni Anguissola che, saputo lo scopo della missione, andò a Vigoleno con un drappello di soldati, fingendosi inviato per la difesa. Entrati con la “falsansa” nella fortezza, i ghibellini ne catturarono gli attoniti difensori. In seguito la rocca fu distrutta dalle fondamenta. Il 29 ottobre 1389 il duca di Milano Odoardo Visconti cedette a Francesco Scotti i diritti su Vigoleno e gli concesse la licenza necessaria per poter riedificare il fortilizio. Il quale – caso raro nella storia italiana – appartenne quasi ininterrottamente a quella sola famiglia per cinque secoli: dalla fine del Trecento agli inizi del Novecento. Nel 1404 un diploma di Gian Maria Visconti elevò il feudo al rango di contea; segui un breve periodo agitato, con sottrazioni ad opera dei fratelli Piccinino (1441-1449), alla fine del quale gli Scotti riconquistarono Vigoleno. Neal 1622 i Farnese conferirono a Cesare Maria Scotti la dignità di marchese di Vigoleno, dunque il gradino più alto dell’aristocrazia del ducato.
Il mastio. Ha un imponente torrione di pianta quadrangolare con feritoie, beccatelli e merli ghibellini. Il mastio del borgo murato di Vigoleno costituì nel passato l’estrema difesa della fortificazione composta dal rivellino e dal camminamento di ronda che dal mastio stesso va alla torre meridionale a al castello vero e proprio. L’alta torre quadrangolare a i tre lati interni circondati dalla cortina muraria. In quel punto essa rientra e rinforza l’accessointerno del borgo, dalla parte antistante la piazzetta, con l’apparato di difesa piombante costituito dai beccatelli alternati alle caditoie. Si sviluppa su tre piani, più un quarto che coincide con la parte superiore merlata. La struttura interna ha subito nel tempo notevoli modifiche.La parte meglio conservata è quella al piano terreno, con l’antico pavimento e l’angusta porta d’accesso.
Al primo piano è visitabile la sala delle armi. Oltre a pannelli informativi sull’architettura militare e ad alcuni reperti archeologici vi sono esposte armature e alabarde. Non è la dotazione ariginaria del castello, che è andata perduta nel corso dei secoli: l’equipaggiamento presente è frutto di donazioni. Dal primo piano del Mastio è possibile accedere al cammino di ronda e raggiungere la torre sud, collegata alla parte residenziale del castello-palazzo (tuttora di proprietà privata e adibita ad albergo) da una passerella di recente costruzione.Raggiunta la torre sud, è possibile ammirare una stanza adibita a salottino al tempo della principessa Ruspoli Gramont. Di rilievo è il soffitto con le sue decorazioni. Al secondo piano sono esposte riproduzioni fotografiche di mappe del XVI-XVII secolo di Vigoleno e della valle dell’Arda. Gli originali, opera dei cartografi Paolo e Alessandro Bolzoni, sono conservati nella Biblioteca comunale Passerini Landi di Piacenza. Fotografie storiche di Alessandro Cassarini documentano l’immagine di Vigoleno tra la fine dell’800 e gli inizi dell’900. Al terzo piano in due vetrine sono esposti fossili dal Parco dello Stirone. Salendo gli ultimi gradini si sbuca sul tetto del mastio: da qui si può osservare il panorama stupendo dei dintorni e coglie in un colpo d’occhio l’eccezzionale integrità del borgo, che nella stagione estiva ospita di frequente spettacoli di teatro e musica.
La Sala Rossa. Il grande salone, situato al primo piano, si distingue per la presenza di un soffitto a cassettoni con motivi ornamentali policromi a cartouches e per un duplice fregio: con putti e figure allegoriche nella parte superiore delle pareti. La cappa, in caolino, è caratterizzata da un elaborato decoro: due statue di putti, poggiati su ampie volute, che reggono un’enorme conchiglia.Il tavolo di fronte al camino è del XVIII secolo; il divano e le poltrone dei primi del Novecento. I dipinti alle pareti sono riproduzioni di originali riposti in cassaforte.
La Sala Blù. Al piano superiore si apre anche la Sala Blù, ricca di dipinti e arredi. Un grande lampadario in vetro di Murano illumina il soffitto stellato e incorniciato da un fregio istoriato con soggetti biblici riferiti alla Genesi (La Creazione, La cacciata dal paradiso, Il diluvio universale e gli episodi successivi). Entrando a sinistra si trova, invece, un dipinto rinascimentale: è un Paesaggio del bresciano Girolamo Romani detto il Romanino (1485/87-1562).
La meridiana posta sul lato sud di una torretta affacciata sulla piazza porta la data del 1746.
Fonte: VIGOLENO.IT